venerdì 24 settembre 2010

Piove

Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.

Piove

da un ciclo che non ha
nuvole.

Piove

sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.

Piove

sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c’è terremoto
né guerra.

Piove

non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia,
e sulla greppia nazionale.

Piove

sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.

Piove

in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l’assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l’ha ordinato.

Piove sui nuovi epistèmi

del primate a due piedi,
sull’uomo indiato, sul cielo,
ottimizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui works in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.

Piove, ma dove appari

non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.

(Eugenio Montale)

 

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